La nostra storia

La nostra storia inizia qui, nella cucina di questa trattoria di un paesino di campagna (Bagnolo San Vito), che mio nonno prese in affitto alla fine degli anni ’40 dopo aver diviso con i fratelli il ricavato della vendita della terra che coltivavano. Con la sua parte decise di provare a lasciare le fatiche della campagna e fare un altro mestiere, avvalendosi del fatto che mia nonna fosse brava a cucinare. Mio padre e dopo il matrimonio mia madre, diedero il loro contributo da barista/cameriere e cuoca insieme a mia nonna, portando in breve tempo la trattoria ad essere un riferimento per il paese.
Io passai la mia infanzia tra i vapori dei fornelli ed il fumo che sembrava nebbia del bar, respirando tanto di quel fumo passivo che probabilmente fu il motivo per il quale la sigaretta non mi attirò mai.

La trattoria Riccò, di Ponte Travetti di Bagnolo San Vito (MN) il primo locale gestito da mio nonno (cartolina dell'epoca)


Partiolare della cartolina in cui in cui si nota mio padre seduto sul davanzale della finestra


Io con i miei genitori e mia sorella nella cucina della trattoria.

Dopo anni di successi e dopo un breve tentativo di mio padre di gestire una tabaccheria, decisero negli anni ’60 di fare il grande salto: “ l’albergo al mare”.
Spinti da una voglia di successo e di avventura, presero in affitto una pensione a Cattolica: “Villa Dante” ed in fasi successive l’Hotel Otello (ora hotel Major) di Cattolica e l’Hotel Atlantic di Gabicce Mare, per una durata totale di dodici anni, durante i quali fecero una esperienza molto positiva, consolidando e fidelizzando una clientela sia italiana che straniera.

Io e mia sorella con i nostri genitori a Villa Dante di Cattolica, la prima pensioncina che gestirono nella riviera romagnola.

L'Hotel Otello di Cattolica che i miei gestirono per cinque anni. Sotto è raffigurata la stessa struttura ora denominata Hotel Major, come si presenta ai giorni nostri.

La brochure dell' Hotel Atlantic di Gabicce mare gestito dai miei per cinque anni.

I guadagni della stagione estiva però non bastavano per coprire le spese di tutto l’anno e mio padre e mia madre erano costretti a trovarsi lavoretti saltuari per poterci permettere una vita decorosa, fino a che nel ’69 capitò l’occasione di gestire un albergo, La Pineta di Collecchio, che finalmente desse loro la possibilità di lavorare tutto l’anno.
L’esperienza fu molto positiva, c’erano tre sale ristorante e c’era anche l’albergo, le camere erano sempre piene ed in primavera durante i fine settimana si arrivava a fare anche sei matrimoni in due giorni, mia mamma si alzava alle quattro della mattina per fare i cappelletti ed io e mia sorella, che eravamo allora studenti, cercavamo di dare il nostro contributo dando una mano in sala ed in bar.


L'Hotel La Pineta di Collecchio, gestito dai miei a cavallo degli anni 60/70

Nel ’73, il proprietario del locale, a causa di investimenti sbagliati, si trovò in difficoltà economiche e ci chiese di lasciare il locale per subentrare personalmente nella gestione. I miei avevano un contratto di nove anni, quindi si accordarono per una buonuscita che accontentasse entrambe le parti.

I miei genitori alla receprion dell'Hotel La Pineta di Collecchio

A quel punto i miei si ritrovarono a dover trovare un’altra soluzione, ma mio padre era stanco di avviare locali per poi non raccogliere i frutti del suo lavoro, quindi decise di comprare qualcosa in proprio che gli permettesse di non essere più sfrattato.
E l’occasione si presentò tramite un amico di famiglia nostro compaesano, che allora faceva il direttore in una banca di Viadana. Disse a mio padre che c’era l’albergo Europa, che era ormai in condizioni fatiscenti, ma era in posizione strategica  e soprattutto si poteva comprare a condizioni molto favorevoli.
I miei lo vennero a vedere e capirono subito che, nonostante in effetti fosse decrepito, potenzialmente avrebbe potuto diventare un bel locale.

Quindi nonostante la non più giovane età, racimolando i risparmi di anni di lavoro e con l’aiuto del nostro compaesano che ci fece ottenere un mutuo dalla banca pur avendo pochissime garanzie, decisero di acquistarlo. Il locale fu sventrato completamente, in pratica rimasero solo i muri perimetrali, ci volle un anno per terminare i lavori, durante il quale mio padre faceva il manovale insieme ai muratori. Ho un bellissimo ricordo che mi porto nel cuore, di noi due la domenica pomeriggio su una montagna di mattoni vecchi mentre li ripulivamo dalla calce per recuperarli, ascoltando alla radio tutto il calcio minuto per minuto. Le spese alla fine furono il doppio di quelle preventivate, vidi più volte mio padre piangere dalla paura di non farcela a pagare i debiti, ma alla fine del 1973 riuscimmo ad inaugurare.
L’inizio fu subito incoraggiante, la gente viadanese ci accolse benissimo e ci diede subito fiducia. Io in quel periodo, fresco di diploma di geometra, partii per il  militare a Verona, ma ero sempre in contatto con i miei e le notizie che mi arrivavano erano positive ed entusiaste

Io e mio padre dietro al vecchio bancone del ristorante Europa

Quando tornai dal militare, il locale era già bene avviato, mia sorella in sala insieme ad un cameriere e mia madre in cucina, mio nonno ormai non c’era più ed anche mia nonna venne a mancare poco dopo. Anche mia sorella dopo un po’ si sposò e tornò a Collecchio dove aveva conosciuto suo marito.
Io, messo il diploma  nel cassetto, iniziai ad affiancare mia madre in cucina con discreti risultati e dopo un anno andai in sala.
Nel ‘ 76 conobbi Emanuela  che diventò mia moglie nel ’78, anno in cui nacque anche Elena la mia prima figlia. Emanuela iniziò subito ad affiancare mia madre in cucina ed a carpirne i segreti, diventando in breve tempo un valido aiuto. La crescita del locale fu costante e continua, erano anni molto buoni durante i quali Viadana era in forte sviluppo e tutte le aziende vivevano un periodo di ricchezza economica. La cosa ci permise di pagare senza patemi tutti i debiti e di costruirci la nostra abitazione adiacente al locale.

Nell’ 87 venne a mancare mio padre, a soli 61 anni, dopo una brevissima ed inesorabile malattia, ed io da giovane spensierato dovetti cominciare a prendermi le mie responsabilità e prendere in mano l’azienda.
Nel 89 decidemmo che era giunto il momento di dare una svolta al locale e facemmo il primo grande intervento, sia nella struttura che negli arredi, anche in questo caso la spesa fu molto superiore a quella prevista, ma il risultato finale fu eccellente, il locale era molto bello e subito ci diede una nuova spinta che ci portò ad essere inseriti in tutte le guide gastronomiche e ad avere molte soddisfazioni per lungo tempo.

Sala del ristorante Simonazzi, secondo rinnovo avvenuto nel 1989.

Nel 2001 nasce la mia seconda figlia Alice e mia moglie deve fare grandi sacrifici per dividersi tra la conduzione della cucina e gli impegni famigliari, anche perché mia mamma, nonostante continui ad essere una presenza importante dandole una mano e preziosi consigli non ha più la forza fisica di un tempo e nel 2002 arriva per lei un inaspettato e molto gradito premio, l'onoreficienza di Cavaliere al merito della Repubblica, cosa che la riempie di orgoglio e di gioia e la ripaga in parte della vita di sacrifici dedicata alla famiglia ed al lavoro dietro ai fornelli.

Ed arriviamo ai tempi più recenti, verso la fine degli anni 2000.  Già si cominciava a parlare di crisi ed anche noi notavamo un calo dell’affluenza dei clienti. Bisognava ridurre i costi e si cominciava ad avere il timore di dover licenziare delle persone, ma quasi per caso si prospettò la possibilità di riaprire, proprio adiacente al nostro locale, l’Osteria Caol Ila di Vicolo Quartierino, locale storico che era chiusa da tempo ma che a mio parere aveva delle buone potenzialità.
Così decidemmo di fare questa nuova esperienza che fu molto positiva, perché ci permise intanto di dividere il personale tra i due locali e quindi di  non licenziare, inoltre ci diede il modo di confrontarci con un tipo diverso di ristorazione e di acquisire una nuova fascia di clientela.

L'osteria Caol Ila gestita da noi dall 2008 al 2012

Il resto della storia è il presente, con la nascita della Locanda del Ginnasio, che prende il nome dal vicolo in cui è ubicata e dalla scuola che vi sorgeva negli anni passati e nasce dalla fusione dei nostri due ristoranti: lo storico Ristorante Simonazzi dell’Hotel Europa e l’Osteria Caol Ila.
Dall’esperienza di questi due locali così differenti, il primo ristorante classico e tradizionale, il secondo semplice ed informale, io e mia moglie abbiamo voluto creare un locale che unisca le migliori caratteristiche di entrambi.
Si potrebbe definire: “Osteria di classe”, perché unisce all’eleganza ed alla classicità del primo, la freschezza, la leggerezza e la sobrietà del secondo.
Il locale ha sede all’interno dell’Hotel Europa  e sostituisce nel nome il Ristorante Simonazzi. E’ stato completamente rinnovato e rivisto in chiave più attuale e più consona alle nuove esigenze alimentari, di costume ed economiche.
Non so se siamo stati più coraggiosi o più incoscienti ad intraprendere questa nuova avventura in questi momenti difficili, ma crediamo fermamente nelle nostre capacità che ci hanno permesso di essere in campo ristorativo la gestione più longeva della nostra cittadina.
Lasciamo a malincuore l’Osteria Caol Ila, che abbiamo riportato in auge dopo anni di chiusura e che ci ha dato tante soddisfazioni, permettendoci di fare un’esperienza professionalmente diversa e positiva. Tuttavia i tempi difficili ci hanno portato a questa scelta che abbiamo ponderato molto bene e che abbiamo deciso di compiere per ridurre la dispersione di costi e per concentrare le risorse umane su un unico obbiettivo, dandoci la possibilità di dare il meglio di noi stessi.
Sono sicuro che i nostri clienti, che ci hanno sempre gratificato in questi anni, continueranno a darci la loro fiducia ed il loro appoggio anche in futuro.

 

Sergio, Emanula, Marisa, Elena, Alice.

 

Continua...